Catalogo delle opere di Andrea Luchesi:
Nel presentare il catalogo delle opere di Andrea Luchesi non si può non ricordare come presso la fondazione Ada e Antonio Giacomini di Motta di Livenza, sia consultabile quella parte del fondo del M° A. Granzotto, ordinato e catalogato dal M° R. Toffoli, legata ad Andrea Luchesi. Si deve altresì e con enorme rammarico ricordare come il nome di Giorgio Taboga, ragione incontrovertibile dell’interesse del M° Granzotto alla musica di Luchesi, non figuri in nessun testo che descriva la collezione.
Dove possibile, nell’elenco delle composizioni di Luchesi sarà indicato i link al database creato dal dipartimento di Musicologia dell’Università di Vienna, che descriverebbe la Biblioteca musicale dell’elettore Massimiliano Francesco (The music Library of Elector Maximilian Franz – d’ora in avanti MLEMF), oggi presente presso la Biblioteca Estense Universitaria di Modena.
Si tratta di un primo interessantissimo contributo alla scoperta dei tesori che si nascondono da molto tempo inesplorati nel fondo della biblioteca, nel quasi totale disinteresse della musicologia italiana e straniera. Se la mole delle informazioni rese disponibili alla ricerca è vasta e minuziosa, i risultati (è il parere dello scrivente) lo sono meno, probabilmente condizionati da una visione predeterminata (studiare il fondo di Modena come sia la Biblioteca Musicale dell’Elettore Massimiliano Francesco d’Asburgo), che s’è rivelata poco obiettiva. Inoltre, nello studio della collezione alcuna attenzione pare sia stata riservata alla musica strumentale (testimoni unici delle sinfonie attribuite a Karl von Ordonez, a Leopold Hofmann, testimoni delle sinfonie attribuite a Joseph Haydn e Wolfgang Amadeus Mozart, importantissimi, testimoni delle sinfonie attribuite a J. C. Bach, a Váklav Pichl, Ignaz Pleyel, Franz Anton Rössler, Martin Kraus …), rendendo perciò sicuramente parziale qualsiasi risultato ottenuto. Questa scelta, apparentemente non motivata, ha sicuramente ingenerato un’errata interpretazione del periodo d’uso della carta acquistata dalla cappella di Bonn presso la ditta di Niklaus Heusler di Basilea, identificata dalla filigrana NIC HEISLER, chiamata, purtroppo senza un motivo apparente, Bonn Paper-type I-A, I-B, I-ø.
Bonn Paper-Type I-A; periodo d’uso 1787-1790.
A dimostrazione di quanto affermato basti citare il testimone della sinfonia spuria in do magg. conosciuta come Hob. I:50 – Mus. D.138 – sicuramente copiato dal copista Bonn Court 7 entro maggio 1783 in carta NIC HEISLER (segnato al N° 23 dell’Inventarium 340, redatto nel maggio 1784 dal notaio Fries coadiuvato dall’organista di corte Christian Gottlob Neefe, ma copiato sicuramente precedentemente). La carta utilizzata sarebbe quella definita Bonn Paper-type I-A, rendendo insostenibile un uso della stessa dal 1787 al 1790.
Nel ritenere che la carta NIC HEISLER I-A sia stata acquistata e impiegata dalla cappella, almeno 9 anni prima della data indicata dai curatori del progetto MLEMF, si è confortati anche dall’esame dell’Inno in fa magg. Pour la dimanche de Resurrection, (Mus.F.1395.11). Nella partitura, scritta in carta W JAHilser, Luchesi segnò la data 1778, accettata dai curatori. Senza aggiungere un commento specifico i curatori del progetto indicano come le parti separate sarebbero, però, state tratte in due momenti.
- Tra il 1778 e il 1782 (come vuole la datazione proposta della carta W JAHilser) Bonn Court 5 (Poletnic?) avrebbe tratto solo copia dei violini primi (due fascicoli/parti strumentali), secondi (un fascicolo/parte strumentale), coadiuvato da Bonn Court 2 (Haveck?)/Simrock 4, che avrebbe scritto solo la parte di organo;
- tra il 1787 e il 1790, passati 5 anni, si sarebbe dato seguito alla copia di parti separate e, sempre il copista Bonn Court 2 (Haveck?)/Simrock 4 e Paraquin (solo la parte di Fagotto), avrebbero tratto le parti vocali e strumentali rimanenti nella carta NIC HEISLER I-A.
Pare palese che il processo di creazione delle parti separate proposto dai curatori del progetto MLEMF sia difficilmente sostenibile e che l’uso della carta NIC HEISLER presso la cappella elettorale, identificata come Bonn Paper-type I-A, sia sicuramente avvenuto già nel 1778.
Bonn Paper-Type I-ø; periodo d’uso metà 1782 ca.-1787.
Questo tipo di carta NIC HEISLER, secondo i curatori del progetto MLEMF più antica, sarebbe stata acquistata dalla cappella prima della Peper-Type I-A. L’autografo del l’andante in 6/8 della sinfonia Kv. 297, attribuita a Wolfgang Amadeus Mozart, fu però scritto in carta NIC HEISLER Bonn Paper-Type I-ø. Lo assicura Alan Tyson [vedi NMA X/33 Abt. 2: Catalogue of Watermarks · Pictures (Alan Tyson, 1992, 221 pages)] che, studiando l’autografo, ha descritto una delle due filigrane gemelle come Wasserzeichen 47.
Poiché l’autografo mozartiano è datato 1778 si dovrebbe ipotizzare che Mozart abbia potuto usare la carta fabbricata per la cappella di Bonn prima che questa fosse prodotta. Sembra più logico affermare come la Bonn Paper-Type I-ø sia stata prodotta per la cappella di Bonn prima del 1778 e che Mozart, in qualche modo, si sia rivolto a qualcuno della cappella, o vi sia passato, per procurarsela.
Nel ritenere che la carta NIC HEISLER IV-ø sia stata acquistata e impiegata dalla cappella, almeno 5 anni prima della data indicata dai curatori del progetto MLEMF, si è confortati anche dall’esame dell’Inno in sol magg. Pour la Naissance de Dieu, (Mus.F.1395.05). Nella parte di alto, Andrea Luchesi segnò la data 1777, messa in dubbio dai curatori in ragione della loro datazione della carta metà 1782 ca., quindi della convinzione che le parti separate siano state tratte molto tempo dopo («all existing material was made much later»), dal copista Bonn Court 2 (Haveck?), stranamente e molto confusamente indicato solo come Simrock 4 e non Bonn Court 2 (Haveck?)/Simrock 4 o solo Bonn Court 2 (Haveck?).
Pare palese che il processo di creazione delle parti sperate proposto dai curatori del progetto MLEMF sia difficilmente sostenibile e che anche l’uso della carta NIC HEISLER presso la cappella elettorale, identificata come Bonn Paper-Type I-ø, sia sicuramente avvenuto già prima del 1778.
Il copista Paraquin e la carta NIC HEISLER.
Scorrendo la comunicazione che C. G. Neefe ha inviato il 2 maggio al Magazine der Musik di Carl Friedrich Cramer, (apparsa nel marzo 1783), si nota come la cappella elettorale di Colonia-Bonn, nel 1782, potesse contare su
- 3 voci di Soprano
- 3 voci di Alto,
- 2 voci di tenore (J. van Beethoven non cantava più dai primi anni ’70)
- 2 voci di Basso
- 9 violini primi più due accessisti.
Dato che il Kapellmeister Luchesi ottenne il permesso di assentarsi tra maggio 1783 e maggio 1784 per rientrare a Venezia, è plausibile che abbia organizzato il materiale d’archivio, di cui era responsabile, prima della partenza e, in particolare modo, abbia adattato le composizioni già presenti all’organico vocale e strumentale a disposizione. Sarebbe una spiegazione plausibile della presenza di molti duplicati per voci (soprattutto femminili) e parti strumentali scritte dal violoncellista, basso e copista Paraquin in carta NIC HEILSER I-ø verso i primi anni ’80 (Paraquin entrò a far parte dell’organico della cappella nel 1781, come si evince dall’Almanacco di corte per l’anno 1782 – stampato nel 1781 – il primo in cui si ritrova il suo nome). Tra queste, in accordo con le ipotesi dei curatori del progetto MLEMF, verosimilmente nel 1782, Luchesi fece copiare a Paraquin le due messe senza spartito in re magg. e fa magg. (Mus.F.646 e 647), portate a Bonn ancora nel 1771 e, da allora, rimaste ineseguite nel proprio archivio personale.
Conclusioni.
Le scelte operate hanno avuto forti implicazioni sulla datazione dei testimoni indicate dai curatori del progetto MLEMF e sulle presunte date di composizione dei lavori, tutti spostati dalla metà del 1782 ca. (I-ø), ovvero, verso la fine della reggenza di Massimiliano Federico di Königsegg-Rithenfels, e l’inizio di quella di Massimiliano Francesco d’Asburgo (maggio 1784). Si deve altresì rilevare che i curatori del progetto hanno fornito agli studiosi un importantissimo contributo; dalle descrizioni fornite pare sostenibile come un inventario della musica sacra, caratterizzato dai numeri neri a inchiostro in grafia di Andrea Luchesi, sia stato usato anche dopo il cambio di reggenza del 1784. Si tratta di quello descritto come Catalogo 1785*, che accogli gran parte (se non tutta) la musica sacra appartenente descritta nell’inventario Neefe Fries del maggio 1784 (Inventarium 340). La domanda che sorge spontanea è:
- perché Massimiliano Francesco abbia voluto cambiare il sistema di archiviazione della cappella per la musica strumentale (Cat. 53.I-II) ma non per quella sacra?
Brevi considerazioni sulla natura della collezione della Biblioteca Estense Universitaria di Modena.
Nel corso del XIX secolo (probabilmente dopo il 1836) giunse a Modena, spedita dai territori imperiali, una collezione musicale di certa provenienza elettorale bonnense. Si tratta di una collezione che, come messo in evidenza da F. Bugani, si formò durante la reggenza degli ultimi tre elettori del principiato: infatti, incontrovertibile è come «parte della biblioteca musicale di Clemens August si trova oggi custodita presso la Biblioteca Estense Universitaria». Bugani, che si è dedicato soprattutto a quella parte del fondo definita Frammenti (parte integrante della collezione principale), è esplicito nell’individuare, oltre al nucleo di Clemens August di Wittelsbach, anche quelli di provenienza elettorale accumulatisi durante la reggenza di Maximilian Friedrich di Königsegg-Rothenfels e quello di Maximilian Franz d’Asburgo Lorena. A questi primi nuclei, descritti dagli inventari degli anni 1766/7 (scritto da Ludwig van Beethoven), del maggio 1784 (scritto dal notaio Fries e dall’organista di corte C. G. Neefe), e da quello nuovo voluto da Massimiliano Francesco nell’aprile 1785 (fino allo scioglimento della cappella del 1794, scritto da Andrea Luchesi e altre mani non identificate), va aggiunto verosimilmente una parte del fondo personale di Andrea Luchesi, portato a Bonn tal fine del 1771 e al rientro da Venezia dopo maggio 1784.
I curatori del progetto hanno infatti messo in evidenza come nel 1784 sia giunta una parte della collezione di Andrea Luchesi rimasta a Venezia. A titolo di esempio basta effettuare un confronto tra Inventarium 340 e Catalogue 1785* alla sezione Alma Redentoris Mater. Nel Catalogue 1785* sono aggiunti ai numeri di catena 11-14 quattro nuove composizioni di Andrea Luchesi (scompare quella segnata al N° 0 Mus. D. 235 e appaiono Mus. F.667-80), portate da Venezia nel 1784 e confluite nella raccolta della cappella. Le nuove composizioni furono tradotte in parti separate da Paraquin in carta NIC HEISLER (Bonn Paper-Type I-A) dopo il maggio 1784. Esse si andarono ad aggiungere a quelle portate alla fine del 1771 (Mus. F663-66), tra cui, nonostante sia segnata 1775 (forse una data di esecuzione), Mus. F.663 (segnata senza partitura in Inventarium 340), e copiata sia in carte in uso presso la cappella (Bonn Paper-Type), sia in carte veneziane delle ditte Antonio Seguito Toscolano (AS-A – prodotta nel triennio 1769-71) e Gaudenzio Fossati (GF – prodotta nel triennio 1767-69).
L’identificazione dei testimoni appartenenti a ciascuna di queste tre/quattro collezioni e dei percorsi che con il tempo li portarono a confluire in quel fondo di provenienza elettorale bonnense giunto a Modena sembrano fondamentali per poter studiare la collezione oggi presente presso la biblioteca Estense Universitaria.
Si vuole poi precisare che qualsiasi interpretazione dei dati difforme da quella proposta nel progetto The Music Library of Elector Maximilian Franz muove esclusivamente da un interesse per la ricerca e risponde al solo desiderio di fornire agli studiosi informazioni sempre più precise e dettagliate sui testimoni presenti presso la biblioteca Estense Universitaria di Modena e ogni altra collezione menzionata.
Musica Vocale – II. Offertori e Mottetti.
Tg/ Ga | Titolo | Organico | Composizione e note | N°. Cat. | CVK |
1 | Offertorio Beatae Mariae Virginis | Coro SATB, orch . e org. | Nella parte di Organo, con legatura in carta rigata rossa è presente la segnatura «Auchtore. Luchesi», nonché il N° 7, in inchiostro marrone autografo di Luchesi, corrispondente a quello della sezione Mottetti di Inventarium 340 e Catalogue 1785*. In detto inventario è segnato senza Partitura aspetto che spinge fortemente a considerare la nascita della composizione prima della venuta a Bonn (fine 1771). Qualora si accettasse la data proposta dai curatori del progetto MLEMF (1774-1782), la partitura sarebbe sicuramente rimasta a disposizione della cappella, poiché il lavoro sarebbe stato composto durante il periodo contrattuale di Kapellmeister. Le parti principali sono copiate dal copista identificato come Bonn Court 5 (dubbiosamente identificato con il contrabbassista Poletnich?) su carta W JAHILSER (Bonn Peper-Type IV-ø). Sono presenti dei duplicati scritti da Paraquin in carta NIC HEISLER (Bonn Paper tipe I-A), databili verosimilmente 1781-83. | I-MOe Mus. F.652 | 8 |
2 | Mottetto Ave Maria | S e A di concerto e di ripieno, T e B, orch. e org. | Benché nel Mottetto sia presente un numero di catena in inchiostro nero N° 58, questo non corrisponde a quello dell’inventario Neefe Fries del 1784. Il mottetto è invece presente, come ricostruito dai ricercatori di MLEMF nel [Catalogue 1785*], e indica come la composizione sia stata portata a Bonn nel maggio 1784. Nel database la datazione della copia viene indicata 1787-90 in ragione delle ipotesi formulate sulla carta NIC HEISLER (Bonn Paper-Type I-A). Sembra sostenibile come il Mottetto possa essere stato copiato da Paraquin dopo il maggio 1784 e, poiché rimasto a Venezia dalla fine del 1771, composto necessariamente prima di detta data. Questi aspetti spingono fortemente a considerare la nascita della composizione prima della venuta a Bonn (fine 1771). | I-MOe Mus. F.661 | 9 |
3 | Mottetto Cantemus | Coro SATB, archi, 2 ob/fl, 2 cor., 2 trb, timpani. e org. | Nella parte di Soprano, è presente la segnatura «Del Sig. Andr. Luchesi 1775», nonché il N° 20, in inchiostro nero e autografo di Luchesi (in tutti i fascicoli strumentali), corrispondente a quello della sezione Mottetti di Inventarium 340 e Catalogue 1785*. In detto inventario è segnato con Partitura, oggi dispersa, aspetto che spinge a considerarne la nascita durante il periodo contrattuale e accettare la datazione proposta dai curatori di MLEMF (1774-83). Le parti principali sono copiate dal copista identificato come Bonn Court 2 (dubbiosamente identificato con il Violinista E. Haveck?), sicuramente il grammatico/ copista Veneziano giunto a Bonn alla fine del 1771 con Andrea Luchesi (come già ipotizzato da C. Valder Knechtges ma rifiutato dai curatori di MLEMF). Sono presenti dei duplicati scritti da Paraquin in carta NIC HEISLER (Bonn Paper tipe I-A), databili verosimilmente 1781-83. Bonn Court 5 (dubbiosamente identificato con il contrabbassista Poletnich?) copia il terzo fascicolo di Violino Primo e quello del Contrabbasso. | I-MOe Mus. F.657 | 10 |
4 | Mottetto Leves aurae | 2 S, archi, Violetta e Vlc, 2 fl, 2 cor., e org. | Nelle parti strumentali è segnato il N° 12, in inchiostro marrone e autografo di Luchesi, corrispondente a quello della sezione Mottetti di Inventarium 340 e Catalogue 1785*). In detto inventario è segnato senza Partitura, aspetto che spinge fortemente a considerare la nascita della composizione prima della venuta a Bonn (fine 1771). Qualora si accettasse la data proposta dai curatori del progetto MLEMF (1774-1783), la partitura sarebbe sicuramente rimasta a disposizione della cappella, poiché il lavoro sarebbe stato composto durante il periodo contrattuale di Kapellmeister. Il Mottetto sembra costituire il duetto finale dell’oratorio Sacer Trialogus, composto da Andrea Luchesi in occasione del Triduo in onore di San Girolamo Emiliani (Ospedale degli Incurabili, agosto/settembre 1768). Anche il termine Violettta suffraga una provenienza veneziana. Nelle parti vocali, in grafia di Andrea Luchesi, a inchiostro, vi sono i nomi di Madame Trever e Mad.lle Nayer (Neuer); il mottetto fu pertanto eseguito tra la fine del 1774 (il 26 dicembre 1774 Susan Neuer fu assunta in cappella) e il maggio 1783. Le parti strumentali sono tratte da Bonn Court 5 (dubbiosamente identificato con il contrabbassista Poletnich?), in carta NIC HEISLER (Bonn Paper-Type I-ø), quelle vocali da Bonn Court 3 (autore delle parti vocali di studio per le esecuzioni teatrali), in carta W JAHILSER (Bonn Paper-Type IV-ø). Un fascicolo di Basso è scritto da Bonn Court 6 (dubbiosamente identificato con il fagottista Meuris/Mauris). | I-MOe Mus. F.658 | 11 |
5 | Mottetto Vidi conjunctos | Coro SATB, archi, Violetta e Vlc, Bn, Cb, 2 ob, e org. | Nelle parti strumentali è segnato il N° 21, in inchiostro marrone e autografo di Luchesi, corrispondente a quello della sezione Mottetti di Inventarium 340 e Catalogue 1785*). In detto inventario è segnato senza Partitura, aspetto che spinge fortemente a considerare la nascita della composizione prima della venuta a Bonn (fine 1771). Qualora si accettasse la data proposta dai curatori del progetto MLEMF (1774-1783), la partitura sarebbe sicuramente rimasta a disposizione della cappella, poiché il lavoro sarebbe stato composto durante il periodo contrattuale di Kapellmeister. Anche il termine Violettta suffraga una provenienza veneziana. Le parti strumentali e vocali sono tratte da Bonn Court 5 (dubbiosamente identificato con il contrabbassista Poletnich?), in carta W JAHILSER (Bonn Paper-Type IV-ø). | I-MOe Mus. F.660 | 12 |
6 | Mottetto Jubilate Deo | Coro SATB, orch. e org. | Nelle parti strumentali è segnato il N° 17, in inchiostro marrone e autografo di Luchesi (in tutti i fascicoli strumentali), corrispondente a quello della sezione Mottetti di Inventarium 340 e Catalogue 1785*). In detto inventario è segnato con Partitura, oggi dispersa, aspetto che spinge a considerarne la nascita durante il periodo contrattuale e accettare la datazione proposta dai curatori di MLEMF (1774-83). Le parti principali sono copiate dal copista identificato come Bonn Court 2 (dubbiosamente identificato con il Violinista E. Haveck?), sicuramente il grammatico/ copista Veneziano giunto a Bonn alla fine del 1771 con Andrea Luchesi (come già ipotizzato da C. Valder Knechtges ma rifiutato dai curatori di MLEMF). Sono presenti dei duplicati scritti da Paraquin in carta NIC HEISLER (Bonn Paper tipe I-A), databili verosimilmente 1781-83. | I-MOe Mus. F.659 | 13 |
III: Antifone.
1 | Hosanna figlio David | 2 T e B con fg. | I-MOe Mus. D.238 | 14/a | |
2 | Pueri Hebraerorum portantes ramos | Coro TB con fg | I-MOe Mus. F.1696 | 14/d | |
3 | Pueri Hebraerorum vestimenta | I-MOe Mus. F.1696 | 14/e | ||
4 | Hic est qui venturus (framm.) | I-MOe Mus. F.1696 | 14/f | ||
5 | Gloria laus (framm.) | I-MOe Mus. F.1696 | 14/g | ||
6 | Alma Redemptoris Mater N°2 | Solo S, 2 ob., 2 cr. o 2 tr., 1 fg., 2 vl., 2 vla., basso e org. | I-MOe Mus. F.662 | 43 | |
7 | Idem N° 3 | Solo S e A, e di ripieno, 2 fl., 2 cr., 2 tr., 1 fg., archi e org. | Bonn 1775 | I-MOe Mus. F.663 | 44 |
8 | Idem N° 4 | Soli S e A, e di ripieno, T e B, 2 ob., 2 cr., 2 tr., 1 fg., archi e org. | I-MOe Mus. F.664 | 45 | |
9 | Idem N° 5 | Soli SAB, 2 fl., 2 cr., fg., archi e org. | I-MOe Mus. F.665 | 46 | |
10 | Idem N° 6 | Solo S, 2 fl., ob.. o cla., 2 cl.., archi e org. | I-MOe Mus. F.666 | 47 | |
11 | Idem N° 11 | Soli S e A, e di ripieno, 2 ob., 2 cr., 1 fg., archi e org. | I-MOe Mus. F.667 | 48 | |
12 | Idem N° 12 | Soli S e A, e di ripieno, 2 ob., 2 tr., 1 fg., archi e org. | I-MOe Mus. F.668 | 49 | |
13 | Idem N° 13 | Soli S e A, e di ripieno, 2 fl., 2 cr., 1 fg., archi e org. | I-MOe Mus. F.669 | 50 | |
14 | Idem N° 14 | Soli S e A, e di ripieno, 2 fl., 2 cr., 2 fg., archi e org. | I-MOe Mus. F.670 | 51 | |
15- 21 | O Antifona/ O Sapientia/ O Adonai/ O Radix Jesse/ O Clavis/ O Oriens/ O Rex Gentium/ O Emmanuel | 4 voci, fl., 2 cr., 2 tr., 1 fg., archi e org. | Nelle parti strumentali è segnato il N° 1, in inchiostro marrone e autografo di Luchesi (in tutti i fascicoli strumentali). Poiché la composizione è presente in Inventarium 340 nella sezione Alma, in calce, senza il numero di inventario, o con lo 0, la segnatura N° 1, riferita a un gruppo sconosciuto, nasce dopo il maggio 1784 quando si seguì con il medesimo sistema di catalogazione della musica sacra usato prima del cambio di reggenza. Antifona 0 potrebbe pertanto appartenere alla collezione personale di musica sacra del Kapellmeister Andrea Luchesi, presente fin dalla fine del 1771 in cappella. Nella parte di Alto v’è la data 1777, senza alcuna specificazione, verosimilmente riferita a una esecuzione del completo ciclo di antifone, composte per la settimana che precede il Natale. A questa esecuzione farebbero riferimento le parti strumentali copiate in carta NIC HEISLER da Bonn Court 6 (il fagottista Mauris/Meuris?) e in carta W JAHILSER da Bonn Court 5 (il contrabbassista Poletnic?). In carta NIC HEISLER Luchesi aggiunge le parti di Flauto 1 e 2 nonché di Viola 2 e 3 (forse prima della partenza per Venezia). Le parti principali sono copiate dal copista identificato come Bonn Court 2 (dubbiosamente identificato con il Violinista E. Haveck?), sicuramente il grammatico/ copista Veneziano giunto a Bonn alla fine del 1771 con Andrea Luchesi (come già ipotizzato da C. Valder Knechtges ma rifiutato dai curatori di MLEMF – «which ultimately rests on a faulty diagnosis of the Bonn copyists’ handwriting as “Venetian” – p. 148»). La composizione nasce ancora a Venezia come testimoniano la grafia del copista, il rastro usato di 10 x 250 mm e la carta veneziana GB (indicata in modo poco preciso come CB), fabbricata dalla ditta Giacomo Bertolazza (prodotta nel triennio 1764-5/1766-7). | I-MOe Mus. D.235/17 | 52/ a-g |
22 | Haec dies quam fecit (vedi Inni sacri) | Bonn 1778 | I-MOe Mus. F.1395/11 | 35 |