Introduzione.

Nella storia del finale di Hob. I:59, ricostruita da Dwight Blazin, sembrano esserci tutti gli elementi per capire come i maggiori esponenti della Wiener Klassik “componessero” i loro lavori. Chi scrisse la sinfonia spuria Hob. I:B2 potrebbe, infatti, essere il vero autore del movimento finale di Hob. I:59, forse dell’intera sinfonia, mentre é certamente l’autore dei primi due movimenti della sinfonia di Michael Haydn, conosciuta come MH 82. L’ignoto compositore potrebbe aver influenzato anche il sommo Wolfgang, dato che D. Heartz avrebbe individuato alcune somiglianze tra detto movimento finale e il concerto per violino e orchestra KV 207, composto nel 1773 (sic. 1775).
Ve ne sarebbe abbastanza per spingere la Ricerca a tentare di individuare l’anonimo compositore ma questo sembra destinato a non accadere. Infatti, e paradossalmente, l’edizione critica delle composizioni di Haydn, Joseph Haydn Werke – Reihe I-Band 5a, curata da A. Frisenhagen e C. Heitmann, liquida il documentato articolo di Blazin come «speculazioni».

 

Michael copista di Joseph o Joseph mutuatario di musiche di Michael.  I diversi giudizi di D. Blazin e H. Gál.

Nel 2009, Dwight Blazin pubblicava sul “Journal of Musicological Research” un articolo dal titolo eloquente – Haydn as Musical Borrower; The Origin of the finale to the Feuer Sinfonia – Hob. I:59 – in cui si affermava come J. Haydn avesse mutuato il finale della sinfonia Hob. I:59 dal fratello Michael.
La storia del finale era ricostruita con grande accuratezza e competenza (l’articolo è scaricabile in PDF tramite http://academia.edu/ o tramite il sito del Journal of Musicological Research).
Come provato da D. Blazin, prima del 1763, nasceva Hob. I:B2, sinfonia spuria in tre movimenti (Allegro assai, Andantino e Presto – es. 2), attribuita a J. Haydn, stampata a suo nome nei primi anni ’70 (1773) da Hummel ad Amsterdam come Op. X, assieme a Hob. I:49 e 20. Il terzo tempo della sinfonia spuria Hob. I:B2, come dimostrato dagli esempi allegati da Blazin, non era altro che una versione del finale di Hob. I:59, composta secondo quanto indicato da Blazin nel 1768 (J.H.W. data la composizione «relative sicher auf 1767»). Restava da capire chi avesse scritto la sinfonia Hob. I:B2 e Blazin, scrupolosamente, notava come «in Salisburgo il 27 7bris 1766» Michael Haydn avesse scritto un autografo, oggi catalogato come MH 82, di una sinfonia in tre tempi (Allegro assai, Andantino e Minuetto/Trio – Es. 5).

D. Blazin. Finale della sinfonia Hob. I:59

Il medesimo rapporto individuato da Blazin era stato, ancora nel 1936, osservato dall’allievo di Mandyczevsky Hans Gál; questi, ritrovato presso la Reid Library di Edimburgo un manoscritto della sinfonia in sib magg. (Hob. I:B2), vi aveva subito riconosciuto in alcune misure l’invenzione di “Haydn”. Dato che la musica, l’edizione Hummel, l’edizione Bremner di Londra, il catalogo Breitkopf nel supplemento del 1772, ma anche un’edizione di un non precisato stampatore di Parigi (l’edizione Sieber del 1771 con Hob. I:41 e 49  – menzionata da Gerber, che includeva la sinfonia nel suo catalogo stampato nel 1812), concordavano nell’attribuire la paternità della musica a Haydn, Gál si convinse che si fosse dinnanzi a un lavoro autentico del Kapellmeister degli Esterházy, non incluso da Mandyczewski nella sua lista. Le ragioni di questa dimenticanza risiedevano nel fatto che la sinfonia era stata attribuita a Michael Haydn da L. H. Perger (sulla base della versione MH 184 del 1772), cosa che poteva secondo Gál aver “dis-instradato” il suo maestro. Gál, non al corrente dell’autografo di Michael Haydn del settembre 1766, risolveva la questione della paternità della sinfonia Hob. I:B2 attribuendo a Michael Haydn la mera qualifica di copista di un lavoro che era invece opera del fratello e, nel 1938, pubblicava la sinfonia a nome di Joseph Haydn con la Universal-Edition. 

Le ricerche di Gál dimostrano come, fin dai primi anni del novecento, la sinfonia Hob. I:B2 abbia sempre rappresentato un problema per la ricerca Haydiniana. Considerata troppo Haydiniana per non essere autentica ma, nel contempo, essendo considerata spuria, s’é vista attribuita all’uno o all’altro degli Haydn per motivi, ovviamente, sempre discordanti. Se per Gál, all’oscuro dell’esistenza dell’autografo di Michael del 1766, musicalmente era di Jospeh e Michael era un semplice copista, per Blazin, a conoscenza dell’autografo di Michael, Jospeh aveva preso in prestito il finale. Tutti però concordano nel ritenere la sinfonia Hob. I:B2, integramente o parzialmente (IV mov.), molto Joseph “Haydiniana”.

 

L’autografo di MH.82

Poiché gli incipit dei primi due tempi di Hob. I:B2 sono uguali a quelli dell’autografo di MH 82, Blazin  ha logicamente ipotizzato come anche Hob. I:B2 sia stata composta da Michael il quale, a distanza di almeno tre anni, avrebbe ripreso la vecchia sinfonia in tre tempi e l’avrebbe adattata al gusto salisburghese, aggiungendovi il Minuetto.

Nello scrivere l’autografo di MH 82 Michael non inserì però il Presto finale, quello che secondo Blazin nel 1768 (secondo J.H.W. nel 1767) Joseph avrebbe preso in prestito dal fratello e utilizzato per il finale di Hob. I:59.
Solo nel 1772 Michael avrebbe completato i tre movimenti di MH 82 e avrebbe composto un finale, Allegro Assai che, assieme ai tre movimenti di MH 82, oggi costituiscono quella che nel suo catalogo è indicata, stranamente, come una nuova sinfonia MH 184 (es. 6).

https://www.youtube.com/watch?v=jYiypUlM05o

Nonostante la scrupolosità di Blazin, rimanevano nella storia del finale di Hob. I:59 degli aspetti difficili da comprendere tra cui, palese, le ragioni che avrebbero spinto Michael, nel settembre del 1766, a scartare dall’autografo di MH 82 proprio il terzo movimento della sinfonia Hob. I:B2, presumibilmente da lui composta. La scelta era ancora più strana se si pensa che un anno dopo proprio il fratello Joseph avrebbe usato il movimento scartato per il finale di Hob. I:59.

I manoscritti della Collezione Oettingen Wallerstein: l’analisi codicolgica e nuova datazione.

Cinque manoscritti acquistati dal Principe Kraft Ernst di Oettingen-Wallerstein delle sinfonie Hob. I:24, 26, 35, 41 e 59, sembrano proprio in grado di aggiungere un importantissimo tassello alla comprensione della storia del finale di Hob. I:59.
I 5 testimoni furono infatti copiati dal copista No. 2, al secolo F. Pischelberger (grafia identificata da S. C. Fischer, accettata da J.H.W), in 43 fogli di carta AS-A prodotta dalla ditta Antonio Seguito di Toscolano tra il 1763 e il 1765. Solo due bifolii di carta Gio Batta Tadeotti (GTB, prodotta tra il 1764-66) furono aggiunti per scrivere la parte dei corni proprio nella sinfonia Hob. I:59, che fu pertanto l’ultima copiata delle cinque. Carte e Grafie omogenee spingono a ritenere che i cinque manoscritti furono copiati nello stesso momento.

Filigrana della carta prodotta dalla ditta Antonio Seguito nella cartiera diretta dai Fratelli Avanzini tra il 1763 e il 1765 Filigrana della carta prodotta dalla ditta Antonio Seguito nella cartiera diretta dai Fratelli Avanzini tra il 1763 e il 1765

Filigrana della carta prodotta dalla ditta Gio Batta Tadeotti tra il 1764 e il 1766

In base alle memorie di D. von Dittersdorf, nel 1765 F. Pischelberger fu assoldato come contrabbassista nell’orchestra dell’arcivescovo Patachich di Grosswardein. A meno di non considerare i cinque testimoni acquistate dal principe Kraft Ernst come provenienti da Grosswardein, dove ci sarebbe stato il centro più importante di copia delle sinfonie di J. Haydn, C. von Ordonez, J. C. Bach, J. K. Vanhal, F. A. Mitscha, F. Pichelberger deve aver copiati i cinque testimoni prima del trasferimento a Grosswardein, quindi prima del 1765 o, per prudenza, entro i primi mesi del 1765. Nonostante l’autografo di Hob. I:35 reciti «Sinfonia del giuseppe Haydn mpr/ den 1ten 10bris 767», entro i primi mesi del 1765 Pischelberger ne aveva già tratto una copia, assieme a quelle di Hob. I:24, 26, 41 e proprio 59. La composizione di Hob. I:59, ma anche quella delle altre quattro sinfonie, risalirebbe pertanto al 1764 o almeno ai primissimi mesi del 1765. 

 

Intermezzo: i testimoni della collezione degli Esterházy oggi alla Biblioteca Nazionale Ungherese di Budapest.

Della sinfonia N° 59 esistono, presso la Biblioteca Nazionale Ungherese a Budapest (H-Bn), 3 serie di parti separate (catalogate rispettivamente Ms. mus. I. 72, IV. 86 e la collezione di 12 sinfonie Ms. mus. I94, meno importante), tutte provenienti dagli archivi degli Esterházy. I primi testimoni, chiaramente non autentici, poiché provenienti da centri di copia Viennesi, sono descritti in tale modo:

  1. Il primo é scritto in carta austriaca con chiavi incrociate (ed é perciò databile 1780 ca.);
  2. Il secondo é scritto in carta Antonio Zuanelli e Compagni, prodotta nel triennio 1768-1770 (ACZ).

La seconda serie di parti separate, databile 1769-72 ca., racconta una storia paradossale:

Quando tra il 1769 e il 1771, quindi almeno 4 anni dopo la data di composizione della sinfonia, il Principe Esterházy volle procurarsi una copia della sinfonia N° 59, composta presumibilmente dal suo Kapellmeister Joseph Haydn, benché verosimilmente all’epoca avesse a disposizione l’autografo, non si rivolse a Jospeh Elßler Senior (il copista che la ricerca Haydiniana considera l’autore delle copie autentiche), ma a dei copisti Viennesi. 

 

I fratelli Haydn, mutuatari di musica altrui. Storia del finale della sinfonia conosciuta come Hob. I:59 e delle sinfonie MH 82 e 184.

Alla luce delle scoperte di Blazin e delle copie scritte da Pischelberger, la storia del finale di Hob. I:59 sembra potersi riassumere nel modo seguente:

  1. Prima del 1763 un ignoto compositore scrisse la sinfonia spuria Hob. I:B2 che circolò in seguito e fino agli anni ’70 nel nome di J. Haydn.
  2. Nel 1764/primi mesi del 1765 J. Haydn o lo stesso autore della sinfonia spuria ri-usarono il terzo movimento Presto nel finale della sinfonia Hob. I:59.
  3. Il 27 settembre 1766 Michael Haydn si appropriò dei primi due movimenti della sinfonia spuria e, aggiuntovi il Minuetto, scrisse un bellissimo ma a questo punto totalmente falso autografo noto come MH 82. Michael Haydn non potè completare la sinfonia poiché  in qualche modo era conscio che il terzo movimento era già stato utilizzato nella sinfonia Hob. I:59 intestata al fratello Joseph.
  4. Tra il 1769 e il 1772 il principe si procuro copia della sinfonia del suo Kapellmeister a Vienna, non dall’autografo, che potrebbe a questo punto non essere mai esistito.
  5. Nel 1772 Michael Haydn “completò” l’autografo di MH 82, i cui primi due movimenti non erano sicuramente suoi, con l’aggiunta dell’ultimo movimento Allegro Molto “componendo” la sinfonia MH 184.

La storia del finale della sinfonia Hob. I:59 permette di capire come i due fratelli Haydn si spartirono le spoglie della sinfonia spuria Hob. I:B2:

  •  J. Haydn usò il finale di una sinfonia già esistente di autore anonimo che potrebbe essere addirittura il vero autore di Hob. I:59.
  • M. Haydn si appropriò della parte restante della sinfonia del medesimo autore anonimo e “compose” anche lui una sinfonia, autografa, che si limiterebbe eventualmente al solo Minuetto.

Come sapesse M. Haydn che la sinfonia non poteva essere usata completamente, né come potessero i fratelli Haydn appropriarsi dei movimenti di una sinfonia spuria, intestata a Joseph, stampata da Sieber, Hummel, Bremner e annunciata da Breitkopf senza temere di incorrere nelle rimostranze del vero autore, rimane un mistero.

 

Wolfagang Amadeus Mozart e il finale della sinfonia Hob. I:59.

Il finale di Hob. I:59 pare essere collegato anche a W. A. Mozart giacché D. Heartz (1991) ha notato come i passaggi per quinte dei corni, presenti nel finale del concerto per violino K. 207, abbiano una forte somiglianza con quelli del finale della sinfonia Hob. I:59. Anche il caratteristico trillo di corno, così presente in Hob. I:59, si troverebbe secondo Heartz pure in K. 207, sebbene Mozart lo affidi ai violini.

Il sospetto che anche K. 207 sia legato all’anonimo autore di Hob. I:B2 sembra plausibile. Sicuramente, il vero autore di Hob. I:B2 ebbe il merito di “influenzare”, con la sua opera compositiva, i maggiori esponenti della Wiener Klassik. Chi sia detto autore e, soprattutto, se sia un autore rimasto anonimo di nazionalità austriaca, grande a tal punto da influenzare i più grandi esponenti della scuola Viennese, si potrà scoprire solamente attraverso nuove ricerche. 

 

Conclusioni.

Nell’apparato introduttivo di J.H.W. si analizza il finale della sinfonia Hob. I:59:

«Il quarto movimento della sinfonia é, trasposto in sib  magg., sopravvissuto anche come finale della sinfonia Pasticcio Hob. I:B:2. Di questa il primo e il secondo movimento (Allegro assai e Andantino) provengono dalla sinfonia in sib  magg. MH 82 (1766) di Michael Haydn. La versione in sib  magg. del Finale differisce in diversi punti da quella nota della sinfonia 59. […] Nella seconda parte, è anche abbreviato alle battute  64-73 e 132-149. D. Blazin vede la più semplice versione in sib  magg. come l’originale versione iniziale del movimento e presume anche che sia stata composta da Michael Haydn; tuttavia, entrambe [queste ipotesi] rimangono speculazioni. Dal momento che la combinazione di frasi di diverse opere era una pratica comune nel mondo musicale di quell’epoca, si può presumere che la raccolta Pasticcio e la versione in sib  magg. del Finale non risalgano né a Michael né a Joseph Haydn».

Nonostante il preciso lavoro di D. Blazin, corredato da esempi musicali inequivocabili e una concreta ricerca d’archivio e documentale, il suo articolo é stato liquidato da A. Frisenhagen e C. Heitmann, estensori del citato J.H.W. Rehie I-Band 5a, con il lapidario giudizio di essere «speculazioni». Con la tesi del Pasticcio i due estensori verrebbero mettere tutto a tacere ma sbagliano platealmente i nessi temporali. La sinfonia in sib  magg. (ante 1763) precede quelli che, volendo mantenersi all’interno delle categorie dei due ricercatori sono i due Pasticci dei Fratelli Haydn, le sinfonie N° 59 e MH 82 e di conseguenza 184. I due estensori però ammettono che la musica della sinfonia in sib  magg. possa provenire da un autore diverso che, ovviamente, la ricerca Haydiniana non ha alcun interesse a individuare. Resta stupefacente la superficialità dimostrata dai due studiosi nel giudicare la sinfonia in sib magg. I:B2, che dovrebbe essere studiata nuovamente partendo dai seguenti capisaldi:

  1. La sinfonia spuria I:B2 non é assolutamente un Pasticcio.
  2. La sinfonia spuria I:B2 non é composta da nessuno dei fratelli Haydn.
  3. MH 82, la sinfonia incompleta intestata a Michael Haydn é un Pasticcio per almeno i primi due movimenti.
  4. La sinfonia MH 82 é composta da un altro compositore e l’autografo di Michael Haydn, scritto nel 1766, é falso o tuttalpiù l’autografo del solo Minuetto.
  5. Non si può scartare l’ipotesi che il finale di Hob. I:59 sia scritto da quel compositore che prima del 1763 compose il finale ridotto della sinfonia I:B2, diversi anni prima di Hob. I:59 e di MH 82.
  6. Non si può scrutare l’ipotesi che l’intera sinfonia Hob. I:59, di cui non esiste nemmeno l’autografo, possa essere stata composta dall’anonimo compositore.

 

Bibliografia:

  1. Dwight Blazin (2009) Haydn as Musical Borrower: The Origin of the Finale to the Feuer Sinfonia (Hob. I:59), Journal of Musicological Research, 28:2-3, 146-161, DOI:
  2. Hans Gál, A re-discovered symphony by Haydn, The Monthly Musical Record, January, 1939, pp. 12-14:
  3. Joseph Haydn Werke – Reihe I-Band 5a Sinfonien 1766-69, curata da A. Frisenhagen e C. Heitmann.
  4. Daniel Heartz, Haydn, Mozart and the Viennese School, 1740-1780, New York – London, W. W. Norton 1995.
  5. Charles H. Sherman and T. Donley Thomas, Johan Michael Haydn (1737-1806). A Chronolo-gical Thematic Catalogue of His Works, Pendragon Press-Stuyvesant New York 1993.

Leave a Reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *