https://www.youtube.com/watch?v=D1CcatQJUAg

Andrea Luchesi

(Motta di Livenza, 23 maggio 1741 – Bonn, 21 marzo 1801)

Sinfonie in Re maggiore e in Mi bemolle maggiore, Sonata per tastiera in fa maggiore, Concerto per tastiera e archi in Fa maggiore, Concerto per tastiera e strumenti obbligati in Fa maggiore (Cadenza: W. A. Mozart)

Roberto Plano (pianoforte gran coda Fazioli F278), Orchestra da Camera “Ferruccio Busoni”, Massimo Belli (direttore d’orchestra)

Teodor Anton Henseler scrive del concerto: «Mozart conobbe Andrea Luchesi (1741-1801) a Venezia nel 1771 e ascoltò questo concerto di Luchesi “costruito secondo il più nuovo gusto”. Lo stile è classico o addirittura preromantico».

Claudia Valder-Knechtges scrive: «Leopold se lo portò a casa per servirsene “come idoneo materiale di studio”».

Il Concerto di Andrea Luchesi fu stampato a Bonn nel 1773, presso l’editore di corte F. Rommerskirchen: tutte gli esemplari di tale edizione sono irreperibili.

1 CD STEREO DDD – Durata: 52:55
Libretto 12 pagine, italiano/inglese

http://www.concertoclassics.it/wp-content/uploads/CD-2077_Andrea-Luchesi-Roberto-Plano-Massimo-Belli-comunicato-stampa-1.pdf

Recenti indagini, volte alla comprensione dei rapporti che intercorsero tra L. e J. C. Bach fin dai primissimi anni ’60 del XVIII secolo, portano a considerare l’adagio del concerto come una seconda stesura di quello già presente nel concerto per cembalo e orchestra in re maggiore N. 6 dell’op. 1 – W C54, attribuita a J. C. Bach.

 

L’attribuzione a Bach potrebbe essere solo il frutto di una cessione da parte di Luchesi di questi lavori che pare trovare conferma anche nell’Adagio del concerto N. 3 in sol maggiore – W C52 – min. 6.45, il cui tema fu ripreso da Luchesi nella sonata in do maggiore N. 2, delle Sei sonate per cembalo con accompagnamento di violino op. 1, composte nel 1772 e stampate, sempre presso Rommerskirchen, nel medesimo anno.

https://www.youtube.com/watch?v=gMb_w3kILnc

https://www.youtube.com/watch?v=M1qClVZFdiw

Proprio la dedica all’elettore Massimiliano Federico di Königsegg-Rothenfels sembra propendere per la paternità luchesiana di questi temi giacché mai il compositore sarebbe ricorso musiche altrui presentando dei lavori dedicati a un principe, per giunta divulgata a stampa. 

 

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