Introduzione.

Diversi anni or sono, mio padre, Giorgio Taboga, rivolse la sua attenzione alle sinfonie Londinesi in un elaborato non pubblicato dal titolo Il contratto tra Joseph Haydn e Johann Peter Salomon. In esso, egli ricordava come la mancanza del contratto stipulato da Joseph Haydn con l’impresario bonnense Johann Peter Salomon a Vienna (entro 15 dicembre 1790), sicuramente oggi indisponibile, forse disponibile ancora a metà del 1800, avesse indotto i diversi studiosi a cercare lumi sugli accordi raggiunti  da Salomon e Sir John Gallini da una parte, Haydn dall’altra, ovvero

  1. sul compenso promesso;
  2. sull’oggetto del contratto, verosimilmente la musica da eseguire nella tournée londinese (iniziata nel 1791);
  3. sulla data di composizione e esecuzione dei lavori nuovi eseguiti a Londra;
  4. sui motivi che avrebbero spinto Salomon a portare Haydn a Londra;
  5. sui motivi che avrebbero spinto Haydn ad accettare la tournée londinese a 59 anni.  

Nessuno sforzo degli studiosi interessatisi all’argomento aveva saputo ricostruire completamente i fatti connessi alla genesi delle prime sei sinfonie londinesi che sembravano ancora celare aspetti importantissimi.

 

Le soste a Wallerstein e Bonn di J. Haydn e J. P. Salomon (dicembre 1790).

Altri dettagli reperibili dalla bibliografia esistente deponevano a favore di una vicenda dai contorni poco chiari che mio padre aveva esaminato .

Salomon e Haydn, partiti da Vienna il 15 dicembre, avevano effettuato una sosta presso il principe Kraft Ernst, a Wallerstein, dove, secondo alcuni, Haydn avrebbe diretto la sinfonia Hob. I:92 Oxford. Il giorno di Natale del 1790 erano giunti a Bonn e nella cappella di corte, in onore dell’ospite in qualche modo annunciato, sarebbe stata eseguita proprio una messa di Haydn, diretta verosimilmente dal Kapellmeister e amico di Salomon, Andrea Luchesi. Benché dopo la messa l’Elettore di Colonia Massimiliano Francesco d’Asburgo avesse invitato Haydn e Salomon a pranzo i due, pur fermatisi a Bonn anche il giorno di Santo Stefano, avevano declinato l’invito per ragioni tuttora ignote. Il 27 dicembre i viaggiatori erano ripartiti e, dopo una sosta solo di qualche ora a Bruxelles, il 2 gennaio, avevano messo piede sul suolo inglese.

La mancanza del contratto, la sosta a Wallerstein, quella di due giorni a Bonn, il rifiuto dell’invito del principe Massimiliano Francesco d’Asburgo, ma soprattutto il certo incontro con Andrea Luchesi, confermavano una volta di più i sospetti di una vicenda oscura che mio padre, con gli strumenti in suo possesso, cercò di risolvere. Purtroppo, non vi riuscì interamente perché nella bibliografia disponibile non v’era che una labile traccia delle informazioni rese oggi disponibili dagli studi codicologici. Lo studio delle carte filigranate fornisce concreti elementi per ritenere come 5 delle 6 sinfonie, considerate composte a Londra durante la prima tournée, possano ragionevolmente risalire alla fine degli anni ’80. Gli autografi di Haydn superstiti sarebbero da considerare non autentici (vedi Hob. I:13, Hob. III:19-24),ma creati a Londra per motivi ancora da individuare (sicuramente non scritti per Salomon).

La storia delle prime sei sinfonie londinesi, come aveva intuito mio padre, sarebbe tutta da riscrivere.

 

Antefatto (dallo scritto di Giorgio Taboga).

Scomparso il principe Nikolaus Esterházy il 28 settembre 1790 e licenziata la più parte della cappella dal nuovo principe Anton, Haydn rimase al servizio degli Esterházy con la formale qualifica di Kapellmeister e una pensione di 1400 fiorini (1000 dal defunto principe, 400 dal successore). Benché diversi studiosi abbiano scritto di varie offerte provenienti da nobili (il principe Oettingen-Wallerstein, il re Federico Guglielmo di Prussia), e impresari stranieri (teatri Italiani, Parigi), solo due proposte sembrano aver raggiunto Haydn:

  • quelle del principe Grassalkowics di Pressburg (rifiutata);
  • quella del re di Napoli Ferdinando IV di Borbone, con il quale Haydn avrebbe assunto precisi impegni.

Lasciata Esterhaza, Haydn si trasferì a Vienna a casa di Johann Nepomuk Hamberger, al n. 1196 di Wasserkunstbastei, luogo dove lo raggiunse Johann Peter Salomon. Questi si trovava a Colonia ma, verso la fine di novembre, sicuramente a conoscenza da tempo della morte del principe Nikolaus (28 settembre), sarebbe stato indotto a cambiare i piani e, raggiunta Vienna, avrebbe ingaggiato Haydn per la tournée del 1791.

È incontrovertibile che, con la stagione alle porte (il primo concerto era previsto per l’11 febbraio 1791 ma fu rinviato al 1 marzo), la programmazione a novembre fosse necessariamente completata e, soprattutto, Salomon avesse già definito gli accordi con i compositori per i nuovi lavori da eseguire. In una situazione del genere, con contratti firmati, composizioni commissionate, l’ingaggio di Haydn rappresentava un rischio ulteriore (legato soprattutto alla fretta con cui si operava), ma, soprattutto, una esposizione finanziaria di notevole entità che dev’essere stata affrontata con sufficiente tempo e garanzie (la proposta di Sir J. Gallini, se ci fu veramente, di pagare una nuova opera 3000 fiorini, almeno 5 volte il normale compenso che ancora negli anni ’80 a Vienna era di 100 ducati/500 fiorini, dev’essere stata discussa e autorizzata dallo stesso). Queste considerazioni inducevano a pensare che Salomon, dai primi di ottobre, avesse potuto organizzare l’ingaggio di Haydn e, avute le dovute rassicurazioni, fosse partito alla volta di Vienna sicuro del risultato. Vi era infatti anche la necessità di avere il benestare del principe Anton Esterházy poiché Haydn, per quanto pensionato, era ancora un suo dipendente e le parole che Salomon pronunciò in casa di Haydn, accettate da tutti, sembrano dimostrare che anche questo aspetto fosse stato preventivamente risolto. Restava da risolvere i problemi, del re di Napoli, con cui Haydn avrebbe preso un preciso impegno, e verosimilmente le musiche da eseguire nella nuova stagione.

Il mistero del contratto, del suo oggetto e dei compensi pattuiti (dallo scritto di Giorgio Taboga).

L’irreperibilità del contratto aveva reso necessario cercare di ricostruire gli impegni assunti dai due contraenti (Haydn e Salomon – forse anche Sir J. Gallini), per capire perché Salomon avesse contrattato Haydn in un così breve lasso temporale e sulla base di quali contropartite Haydn avesse accettato. La mancanza del contratto stipulato non sembrava aver preoccupato i primi biografi haydiniani [G. Carpani (Villalbese presso Como 1752 – Vienna 1825), G. A. Griesinger (Stoccarda 1769 – Vienna 1845), A. C. Dies (Hannover 17655 – Vienna 1822), che lo conobbero rispettivamente nel 1796, 1799 e 1805] e, pur in assenza di una specifica trattazione, nelle loro biografie ognuno di essi forniva una versione diversa degli accordi. La stessa mancanza si riscontrava nelle biografie successive, tra cui quelle scritte da J. F. Arnold (1809), e da N. E. Framery e J. Le Breton (1810) e ogni studioso era stato costretto a cercare una sua spiegazione. La mancanza di una versione comune non chiariva peró se le cifre proposte provenissero dal contratto in passato visibile (?), fossero state un ricordo di Haydn, o una mera ipotesi. Altrettanto oscuri erano i motivi che avrebbero spinto il pensionato J. Haydn, dopo una vita di lavoro a Esterhaza, ad accettare di lasciare Vienna per trasferirsi, a 59 anni, in una nazione di cui non conosceva nemmeno la lingua.

I contributi offerti dai diversi autori era così sintetizzabili.

  • A. Griesinger (condizioni contrattuali: 20 concerti a 100 fiorini, dove avrebbe dovuto presentare nuovi lavori e un’opera a 3000): Salomon, appresa la notizia della morte del principe Nikolaus Esterházy, si precipitò a Vienna e una sera entrò in casa di Haydn e disse «Fate i bagagli, tra quindici giorni partiremo per Londra. Haydn resistette all’inizio a questa proposta, richiamando l’attenzione sulla sua ignoranza della lingua inglese e sulla sua inesperienza ai viaggi, ma le sue obiezioni furono presto accantonate. Si convenne che Haydn avrebbe avuto 3000 fiorini per un’opera e 100 fiorini per ogni suo nuovo lavoro che avrebbe diretto in 20 concerti. Haydn aveva dunque già una garanzia di 5000 fiorini, somma che, non appena Haydn avesse messo piede nel suolo inglese, sarebbe stata depositata da Gallini [Sir Giovanni Andrea Battista Gallini, Firenze 1728 – Londra 1805], presso il banchiere Fries di Vienna».
  • C. Dies (senza alcuna notizia delle condizioni contrattuali né compositiva): «In casa del pensionato Haydn, dopo le proposte del principe Grassalkovics e del re di Napoli, giunse inatteso uno straniero che entrò in camera sua e gli disse: «Sono Salomon di Londra e vengo a cercarvi: domani troveremo un accordo».
  • Carpani: (condizioni contrattuali: 20 concerti a 100 fiorini; nel 1794 un’opera a 3000 fiorini. Non si parla di composizioni, nemmeno dei lavori nuovi da eseguire nei concerti): «Finalmente il violinista Salomon, venuto da Londra, riuscì a indurre Haydn a recarsi seco con lui a Londra, dove il Salomon, a gara con il violinista Cramer, direttore del teatro di musica, dava dei concerti. S’avvide presto il Salomon che ad attirare i dilettanti signori alle sue adunanze era d’uopo di un gran nome, e di composizioni rare e nuove. L’Haydn riuniva tutto. Salomon guadagnò molto con questa speculazione: ma non fu il solo. Il nostro maestro riceveva 100 zecchini (fiorini) per concerto, e se ne davano 20 all’anno. Nel 1790, in età di 59 anni, partì l’Haydn per Londra, e vi soggiornò più di un anno, toccando di molte ghinee anche per le diverse commissioni che ebbe da altri. […] Due volte fè l’Haydn il viaggio di Londra, nel 1790 e nel 1794. Lo indusse alla seconda gita il Gallini impresario del teatro Haymarket, impegnandolo a comporvi un’opera […] l’Orfeo, ma in sul meglio che l’Haydn stava componendo, fu negato al Gallini il permesso di aprire il teatro […], e l’Orfeo restò sul tavolino del compositore». Carpani riporta come la commissione dell’opera per Gallini sarebbe stata fatta nel 1794 per cui Haydn sarebbe stato indotto a seguire Salomon nel 1790 con la prospettiva di ottenere 2000 fiorini dai concerti.
  • Järschkerski – Musikalisches Konversation Lexicon – 1880 (condizioni contrattuali: beneficio di un concerto a 2000 fiorini, 6 sinfonie da comporre per 3000 fiorini più 2000 da diritti di stampa. L’opera era parte del contratto ma non è indicata la proposta): «Salomon era allora di ritorno da un viaggio artistico attraverso l’Italia e la Germania, inteso a procurare elementi musicali validi per la sua impresa, quando udì della morte del principe Esterházy e subito decise di recarsi a Vienna per portare con sé Haydn in tutti i modi possibili. Haydn fece in verità ancora alcune difficoltà, prima di tutto a causa del suo principe, però questi gli concesse il permesso e così fu poi concluso l’accordo tra Salomon e Haydn alle seguenti condizioni:
    • Haydn doveva comporre 6 nuove sinfonie e dirigerle personalmente; per esse riceveva 300 sterline (3000 fiorini);
    • altre 200 sterline (2000 fiorini) per il diritto di stampa e
    • infine, ancora un Benefizconcert con garanzia di 200 sterline (2000 sterline).

Haydn si cautelò con la precauzione che la somma di 5000 fiorini gli fosse da Salomon anticipata in moneta inglese e versata parte presso il suo principe e parte presso la banca del conte Fries a Vienna, per essere garantito contro ogni evenienza. Invece quello che possedeva in titoli di stato e in valore li diede in consegna a Frau Genzinger, poiché non volle affidarsi alla sconsideratezza di sua moglie. In denaro liquido possedeva ora, oltre ai ricordati 1500 fiorini [?] ancora 500 fiorini che aveva risparmiato nel tempo; però non gli parvero ancora sufficienti 2000 fiorini e prese a prestito dal suo principe 450 fiorini per il viaggio, che egli tuttavia restituì ancora nel primo anno della presenza a Londra. Se si aggiungono 1400 fiorini annuali della pensione, Haydn era coperto contro tutti gli inconvenienti che gli potessero capitare. Poco prima della partenza dovette ancora adempiere alcuni impegni in essere. Come ricordato, il re di Napoli Ferdinado IV gli aveva commissionato diversi lavori; ora avvenne che proprio in questo periodo il re fosse presente a Vienna, ed Haydn gli consegno di persona i suoi lavori in un’udienza particolare il 13 dicembre. Quando il re però seppe che Haydn, appena due giorni dopo intendeva partire per Londra, fu altamente sdegnato e gli ricordò la promessa di andare a Napoli, cosa che Haydn promise di fare dopo il suo ritorno dall’Inghilterra. La partenza di Haydn e Salomon avvenne poi la sera del 15 dicembre. Il viaggio li portò a Monaco, dove Haydn fece la personale conoscenza del concertmeister Cannabich, poi seguirono all’ingiù il Meno ed il Reno diretti a Bonn. Qui giunsero il 25 dicembre, il giorno di Natale, e decisero di fermarsi anche il girono di S. Stefano. Haydn fu presente in quel giorno, con Salomon, alla Messa, ed alla fine poté conoscere più da vicino il principe elettore Maximillian Franz di Colonia, che qui risiedeva e che teneva un’eccellente cappella; questi non mancò di far conoscere ad Haydn anche i suoi musicisti. […] Il primo concerto doveva avvenire venerdì 11 febbraio; a seguito di diversi contrattempi dovette essere più volte rinviato ed alla fine ebbe luogo l’11 marzo. […] All’atto della firma del contratto Haydn si era impegnato a scrivere un’opera e si dimostrò più tardi […] quanto bene avesse fatto a pretendere in anticipo le garanzie. […] L’Orfeo di Haydn non giunse di conseguenza ad esecuzione e rimase incompiuto».

  • C. Robbins Landon – 1955 (condizioni contrattuali: beneficio di un concerto a 2000 fiorini, 12 lavori nuovi per Londra a 100 fiorini, e per un opera 3000 fiorini): «I termini del contratto di Haydn con Salomon includevano non soltanto 12 “lavori nuovi” (cioè lavori non ancora noti a Londra), che il compositore doveva dirigere e per ognuno dei quali doveva ricevere 100 fiorini, ma anche 3000 fiorini per una nuova opera, da produrre per il King’s Theater di Sir John Gallini. Salomon garantiva inoltre un concerto a beneficio di Haydn per 200 sterline (2000 fiorini)».
  • Jans Peter Larsen (condizioni contrattuali: 6 sinfonie 20 pezzi, e un’opera senza indicazione dei corrispettivi): «Haydn declinò l’offerta di un nuovo incarico di Kapellmeister presso il principe Grassalkovics, intendendo rimanere in pace a Vienna dopo molti anni ad Esterhaza. I piani di Haydn cambiarono presto. Il violinista oriundo tedesco J. P. Salomon, ora impresario di concerti a Londra, era nel continente per ingaggiare solisti per la prossima stagione. A Colonia, seppe della morte del principe Nikolaus Esterházy e subito partì per Vienna per tentare di assicurarsi Haydn per i sui concerti. Venne, secondo Dies, senza preavviso alcuno in casa di Haydn e disse seccamente “Sono Salomon di Londra e sono venuto a prendervi. Domani troveremo un accordo”. […] Salomon riuscì dove i precedenti tentativi erano falliti. Libero di impegni con il principe Haydn era ora in condizione di concordare le condizioni. Per un sostanzioso corrispettivo, doveva comporre un’opera, 6 sinfonie ed altri 20 pezzi da eseguire in altrettanti concerti sotto la sua direzione».

Larsen e F. Järschkerski menzionano tra i possibili oggetti del contratto 6 sinfonie, quelle che la storiografia accetta come composte ed eseguite nella prima stagione londinese (Hob. I:93-98).

  • C. Robbins Landon e D. W. Jones – 1988 (condizioni contrattuali: 20 concerti a 100 fiorini, e per ogni opera 3000 fiorini): «Intanto J. P. Salomon […], si trovava a Bologna [Colonia], per il suo viaggio annuale sul continente alla ricerca di cantanti per la successiva stagione di concerti a Londra, ed apprese dai giornali della morte del principe Esterházy. Partì immediatamente alla volta di Vienna: una sera venne annunciato a Haydn un ospite, ed entrò Salomon che pronunciò le parole in seguito divenute famose: “Sono Salomon di Londra e sono venuto a prendervi. Domani troveremo un accordo”. Haydn era in parola […] anche con Ferdinando IV per andare a Napoli perché il musicista pensava che in Italia avrebbe potuto diventare famoso come compositore di opere. […] Tutte le obiezioni vennero superate e si stabilì che Haydn avrebbe ricevuto 3000 fiorini per ogni opera e 100 fiorini per ogni composizione che avrebbe diretto nel corso dei 20 concerti. Haydn aveva così una copertura di 5000 fiorini; la somma sarebbe stata depositata nella banca viennese di Fries & Co. da Gallini non appena Haydn fosse sbarcato nel suolo inglese».

Le ricerche dimostravano come, ancora nel 1988, dopo anni in cui musicologi e storici s’erano interrogati sull’avventura inglese di Salomon e Haydn, non si fossero fatti grandi progressi. Inoltre, nessuno degli studiosi pareva interessarsi ai motivi che avevano spinto Haydn ad accettare la tournée londinese invece di adempiere alla promessa fatta a Ferdinando IV di seguirlo a Napoli. Benché questo aspetto della vicenda potesse sembrare strettamente connesso alla scelta di Haydn, se non altro per la maggiore forza contrattuale che poteva dargli l’eventuale accettazione della proposta di Ferdinando IV, e benché Haydn avesse alla fine “sdegnato” addirittura il Re di Napoli, consuocero dell’Imperatore, era trattato marginalmente.

 

I problemi nella datazione della composizione e  prima esecuzione.

Giunti a Londra, Haydn e Salomon si misero al lavoro per preparare i concerti. Benché le ricerche condotte non abbiano chiarito se Haydn fosse obbligato contrattualmente a comporre nuovi lavori o avesse portato con sé lavori già composti, nuovi per Londra, si ritiene che tra il 1791 e il 1792 Haydn abbia scritto le sei sinfonie Hob. I:93-98. La genesi di questi lavori rimane ancora in parte da chiarire poiché una precisa cronologia di composizione, ma anche di esecuzione, non è ancora stata completamente fissata. Quando H. C. Robbins Landon affrontò questo problema s’accorse infatti come nella letteratura esistente non vi fosse sufficiente chiarezza; benché nell’autografo della sinfonia 98 apparisse la data 1792, Pohl (Haydn in London), che aveva seguito le informazioni di Griesinger, ne collocava l’esecuzione nel terzo concerto del 25 marzo 1791; Pohl sembrava aver datato erroneamente anche le sinfonie 96 e 93, essendo stata la prima (con la 95), inviata da Haydn nel novembre 1791 al cav. von Kees (lettera a Marianna von Genzinger), e la seconda eseguita il 17 marzo 1792. Robbins Landon, con l’aiuto di C. Humphries e G. Cole del British Museum, definì una cronologia di composizione e prima esecuzione, basandosi sul diario di Haydn, sugli articoli apparsi nella stampa dell’epoca e sulle lettere rinvenute di Genzinger e Polizelli, che ancor oggi è accettata, con minime variazioni, dagli studiosi.

    1. 96       aut. Londra 1791                              eseguita 11 marzo 1791
    2. 95        aut. Londra 1791                              eseguita sempre nel 1791
    3. 93        (aut. Londra 1791) vedi Pohl?        eseguita 17 febbraio 1792
    4. 94        aut. Londra 1791                              eseguita 23 marzo 1792
    5. 98       aut. Londra 1792                             eseguita 4 aprile 1792
    6. 97        aut. Londra 1792                             eseguita il 3 o 4 maggio 1792

Lo sforzo logico e di ricerca di Robbins Landon purtroppo fu messo parzialmente in dubbio a causa di «un curioso catalogo, apparentemente scritto da Haydn nel 1795 (carta Inglese con una filigrana datata 1794 [?]) […] venuto alla luce»; le date di esecuzione, non quelle di composizione, delle 12 sinfonie londinesi segnate in questo catalogo, infatti, indicavano la sinfonia 97 tra quelle eseguite nel 1791.

                        In E mol         in D                in b fa

[1]795              [103]                [104]                [1023]

                                                In E mol         in b fa

[1]794              [101]                [99]                 [100]

[1]792              [94]                  [98]                 [93]

[1]791              [95]                  [96]                 [97]

                       

Poiché l’autografo della sinfonia 97 reca la data del 1792, Robbins Landon ebbe valide ragioni per spiegare l’ordine diverso come un errore di Haydn, e la cosa si risolse.   

Della cronologia compositiva ed esecutiva delle prime londinesi si sono occupati anche Roberto von Zahn e Gernot Gruber, curatori dell’edizione Joseph Haydn Werke, Reihe 1 Band 15 (2005). Acclarato che le sinfonie 95 e 96 sarebbero state composte nel 1791, perché eseguite nel corso dell’anno e poiché gli autografi sono segnati «di me giuseppe Haydn 791», la sinfonia 93, il cui autografo è perduto, sarebbe stata composta nell’inverno 1791/92, per essere eseguita il 17 febbraio 1792. Le altre tre sinfonie sarebbero state composte nel 1792 e eseguite nelle date indicate da Robbins Landon.

J.H.W. menzionava il disaccordo con la cronologia autografa di Haydn del 1795 ma ricordava, tuttavia, come un ordine unico non fosse individuabile nemmeno considerando il contratto stipulato da Haydn e Salomon dell’agosto 1795, dato che questo riporta le sei sinfonie del 1791–1792 (con gli incipit), secondo un ordine diverso dalla cronologia di Landon e da quella dell’autografo di Haydn, ovvero                       

96 – 98 – 95 – 93 – 97 – 94.

J.H.W. segnalava come anche l’ordine secondo cui furono stampate le sinfonie da Andrè di Offenbach e Artaria di Vienna fosse diverso, e entrambi gli editori organizzarono le sinfonie secondo l’ordine

95 –96 – 94 – 98 – 97 – 93.

L’edizione critica Joseph Haydn Werke sembrava certificare che, benché ancora molti punti della vicenda non fossero stati chiariti (il contratto non visibile, il rifiuto a Ferdinando IV, la cronologia delle sinfonie), e vi fossero comunque fonti contrastanti, si fosse giunti a una sorta di stallo in cui non sembrava esserci la possibilità di trovare una sintesi.

 

L’analisi codicologica dei testimoni: la legislazione veneziana.

Archivio di Statto di Venezia, Inquisitor alla carta, Busta 23.

7 proclama Dei V Savi alla mercanzia ed Inq.r alla carta 

28 9bre 1774 

approvato 3 dic.bre susseg.te 

circa a’ vincoli da apporsi alla carta suddetta stabilisce:

    • 1mo che per togliere ogni arbitrio, ela maliziosa confusione si debba far la carta de seguenti cinque generi del peso e misure connotate 

Imperial                    once.  27        pes.     19        Ris.     110 

Sotto imperial                      25 ½               17 ¾                78 

Real Lunga                           22                    15 ¾                60 

Mezzana Lunga                   20                    14 ¼                40 

Tre lune                                16                    11 ¼                25 

    • 2do che questesian le misure a pesi libero però a chiunque d’accrescerle
    • 3zo che li fogli preggiudicati nelle estremità possano esser compresi nelle qualità di minor misura;
    • 4to che oltre il nome e cognomedel fabbricator e marca, debba essere impressa anche la denominazione de ti generi 

tolto nel proclama Inq.r alle Arti 1783 – 27 marzo – 5 ap[rile]. Approvato 

    • 3° siano li fabbricatori sciolti dal dovere dimarcare le carte di [erci]o con la rispettiva denominazione ma si osservino le misure, i pesi, le tre lune e le marche etc. 

Il 3 dicembre 1774 il senato veneziano promulgò il 7° proclama in materia di Carta e rese obbligatorio per le diverse ditte produttrici di carte da Commercio l’adozione di filigrane che specificassero il genere della carta. Dalla fine del 1774 apparvero, perciò, le carte prodotte dalle ditte con le filigrane tre lune, i simboli scelti da ciascuna cartiera e, in quelle usate per copiare la musica, solitamente l’indicazione REAL. Poiché la filigrana era ottenuta attraverso un assottigliamento della carta dovuto a dei fili di ottone inseriti nello stampo, nei punti corrispondenti il foglio era più fragile e maggiori erano i rischi di rottura. Questa situazione portò i produttori a lamentarsi e il 27 marzo 1783 l’Inquisitore delle Arti tolse con un nuovo proclama in materia di Carta l’obbligo introdotto alla fine del 1774. Le cartiere, esaurito il ciclo di produzione triennale in corso nel 1783, poterono ricominciare a produrre le Carte da Commercio senza l’indicazione dei generi in filigrana.

Poiché il nuovo decreto toglieva un obbligo ma lasciava ai produttori la scelta, è possibile affermare come le carte da commercio di formato REAL, marcate con il genere in filigrana, siano state prodotte tra il 1775 e, verosimilmente, il 1784-85. In base ad un uso normale della carta nell’arco di 5/6 anni (equivalente ad un periodo di due cicli produttivi triennali), dette carte possono essere state usate prudenzialmente fino alla fine degli anni ’80.

 

L’analisi codicologica dei testimoni: i manoscritti delle sinfonie Londinesi appartenuti alla collezione Oettingen-Wallerstein.

I vari sforzi prodotti da Griesinger, Carpani, Dies, Robbins Landon, Robert von Zahn, Pohl, J. P. Larsen F. Järschkerski, Taboga, per comprendere la genesi delle prime 6 sinfonie londinesi, sembrano tutti destinati a essere superati da alcune informazioni che l’analisi codicologica mette a disposizione dei ricercatori.

In qualsiasi ordine si considerino eseguite le prime sei sinfonie londinesi, 95 – 96 – 93 – 98 – 97 – 94 esse sarebbero state composte tra il 1791 e il 1792. Poiché Haydn avrebbe inviato a von Kees le sinfonie 95 e 96 nel novembre 1791 (lettera a Marianna von Ganzinger), le prime copie delle stesse, a Vienna, dovrebbero datare prudenzialmente inizi del 1792. In tale ottica tra le carte usate per copiarle dovrebbero esserci normalmente quelle prodotte tra il 1787 e il 1791. Tra queste vi potrebbero essere, ad esempio, quelle usate da Wolfgang Amadeus Mozart dopo il 1787, tutte senza la filigrana REAL (ditta Vezzoli e Andreoli, VA Wasserzeichen 95 – 1788 e Wasserzeichen 96; – 1789; ditta Pietro Samuelli, PS Wasserzeichen 99; – 1789; ditta Carlo Samuelli e Compagni, CcS Wasserzeichen 101; – 1791; ditta Faustin Calcinardi, FC Wasserzeichen 105; – 1791; ditta Girolamo Avanzini, RGA Wasserzeichen 106) o altre carte di altre ditte. Ovviamente, nelle copie tratte agli inizi del 1792 non è escluso si possano ritrovare anche piccole quantitá di carte vecchie, ancora marcate con le filigrane REAL (vedi Wasserzeichen 104, sicuramente prodotta fino al 1785 al massimo e presente in poco più di una decina di bifolii nelle partiture autografe di Il Flauto magico e La Clemenza di Tito), ma la maggior parte dei testimoni dovrebbe essere scritta in carte prodotte alla fine degli anni ‘80 o inizi ‘90. L’esame personale delle fonti delle sinfonie Hob. I:93-94 e 96-98, oggi custodite presso la Biblioteca centrale dell’università di Augsburg, latrice della collezione del principe Kreft Ernst di Oettingen-Wallerstein, ha dato risultati sorprendenti, che sembrano  mettere in serissima discussione ogni conoscenza sulla genesi delle prime sinfonie Londinesi e dei fatti che portarono Haydn a Londra invece che a Napoli.

La dottoressa G. Haberkamp, curatrice del catalogo della raccolta Oettingen-Wallerstein, pur sprovvista delle informazioni oggi disponibili, aveva sorprendentemente datato questi testimoni 1791 ca., non post 1792 come sarebbe lecito aspettarsi, in qualche modo collocandoli nello stesso anno delle esecuzioni londinesi. L’esame dei testimoni delle sinfonie 93, 96, 97, 98 li colloca addirittura alla fine del 1780 (se non prima): solo il testimone di Hob. I:94 conferma una data di copia posteriore al 1792 e le carte filigranate su cui è scritto sono tutte prive dell’indicazione del genere REAL.

I testimoni delle sinfonie Hob. I:93, 96-98 sono scritti in carte prodotte dalle ditte Andre Maffizoli, e Carlo Samueli e Compagni, risalenti al primo ciclo produttivo del 1780.

La carta Andrea Maffizoli è quella classificata da A. Tyson come Wasserzeichen 74 e Mozart la impiegò addirittura nel 1784. L’uso durante il 1784 assicura come sia stata certamente prodotta almeno nel 1783 ma alcuni testimoni (datati 1781) ne collocano la fabbricazione almeno tra il 1781-83.

Le carte Carlo Samuelli e Compagni sono invece quelle classificate da A. Tyson come Wasserzeichen 81 e 100, impiegate a Vienna rispettivamente nel 1785 e 1789. Anche in questo caso vi sono dei testimoni datati che certificano come la carta segnata Wasserzeichen 100 da Tyson sia stata prodotta nei primi anni ‘80.

 

L’analisi codicologica dei testimoni: breve descrizione dei testimoni delle sinfonie Londinesi presenti nelle collezioni Oettingen-Wallerstein, Fürstenberg e Esterházy.

L’apparato critico di J.H.W. fornisce altre informazioni che legittimano la tesi secondo cui i testimoni delle sinfonie Hob. I:93-98 siano stati copiati da antigrafi esistenti ancora nella seconda metà degli anni ’80, prima della tournée londinese.

La descrizione fornita da J.H.W. dei testimoni appartenuti alla collezione Oettingen-Wallerstein, oggi custoditi presso la collezione della biblioteca centrale di Augsburg, li classifica come viennesi, in quanto copiati sia da Johann Elßler che da Peter Rampl (Dexter Edge, Mozart’s Viennese copyists, p. 1196). I due copisti sarebbero gli amanuensi che copiano i testimoni presenti nelle collezioni Esterházy oggi a Budapest e Fürstenberg a Donaueschingen. Peter Rampl o Rampel sarebbe il copista classificato Anonymous 63 da Bartha e Somfai, in passato identificato come «uno degli assolutamente autentici copisti di Haydn che, tra gli altri, copia i lavori stessi di Haydn». La sua grafia era stata identificata anche da Robbins Landon che l’aveva confusa con quella di Johann Elßler junior. Grazie alle ricerche di Bartha e Somfai e a quelle di Günter Thomas del J. Haydn Institut di Colonia è oggi assodato come la grafia di Anonymous 63 sia quella del copista P. Rampel. Dexter Edge informa come «tutti i documenti conosciuti riferiti a Rampl lo collochino a Vienna (più precisamente nel sobborgo di Rossau)» per cui, nonostante l’autenticità dei testimoni da lui copiati, non pare essere mai stato un copista degli Esterházy.

I testimoni delle sinfonie Londinesi.

Hob. I:93 – composta nell’inverno 1791-1792­ – D-HR IV 4 ½ Fol. 819, data presumibile di copia da parte di P. Rampl in base all’autografo, post marzo 1792. Sulla parte di Violino primo, copiata da mano ignota, la segnatura «N° II.» Aus Fürst: Musikstimen/ Wallerstein».

Parte strumentaleCartaTysonq.taPrimo riferimentoAltroCopista
Violino primoAM RealWZ 74

Wien 1784

3 ½Salzburg 1782

MH 321

P. Rampl
Violino primoICB leone3 ½Link
Violino secondoAM RealWZ 74

Wien 1784

3 ½Salzburg 1782

MH 321

P. Rampl
Violino secondoICB leone3 ½Link
ViolaCcS RealWZ 100 Wien 17893 ½Salzburg 1784

MH 357, 381, 359

P. Rampl
Violoncello obl. BassoCcS RealWZ 100 Wien 17893 ½Salzburg 1784

MH 357, 381, 359

P. Rampl
ViolonoICB leone3Link
FlautiAM RealWZ 74

Wien 1784

3Salzburg 1782

MH 321

P. Rampl
Oboe PrimoAM RealWZ 74

Wien 1784

3Salzburg 1782

MH 321

P. Rampl
Oboe 2doAM RealWZ 74

Wien 1784

3Salzburg 1782

MH 321

P. Rampl
FagottiAM RealWZ 74

Wien 1784

3 ½Salzburg 1782

MH 321

P. Rampl
Corno ImoAM RealWZ 74

Wien 1784

3Salzburg 1782

MH 321

P. Rampl
Corno 2doAM RealWZ 74

Wien 1784

1Salzburg 1782

MH 321

P. Rampl
CcS RealWZ 100 Wien 17892Salzburg 1784

MH 357, 381, 359

Clarino ImoAM RealWZ 74

Wien 1784

1Salzburg 1782

MH 321

P. Rampl
CcS RealWZ 100 Wien 17892Salzburg 1784

MH 357, 381, 359

Clarino 2doCcS RealWZ 100 Wien 17893Salzburg 1784

MH 357, 381, 359

P. Rampl
TympanoCcS RealWZ 100 Wien 17892Salzburg 1784

MH 357, 381, 359

P. Rampl
  1. Il testimone della collezione Fürstenberg di Donaueschingen è secondo J.H.W. copiato da Johann Elßler, da Peter Rampl e da un altro copista non identificato. La carta usata per la copia è quella delle ditte Carlo Samuelli e Compagni (CCS), Giovanni e Fratelli Andreoli (o Andriolo – G/FA) e di quella non italiana FI tre lune (forse una delle due segnalate da A. Tyson quali Wasserzeichen 71 – Wien 1784 – o 84 – Wien 1786). Chiaramente il testimone fu tratto nello stesso centro di copia dove fu copiato quello giunto al principe Kraft Ernst di Oettingen-Wallerstein e, benché la descrizione di J.H.W. sia solo letteraria, sembrerebbe anch’esso legittimare una data di composizione della sinfonia Hob. I:93 prima della fine degli anni ’80.
  2. Anche il testimone presente presso l’antica collezione degli Esterházy (oggi a Budapest) è scritto da P. Rampl; copiato in carta FI tre lune, probabilmente la medesima usata anche nella copia della collezione Fürstenberg, certifica una provenienza viennese e sembra anch’esso legittimare una data di composizione della sinfonia Hob. I:93 prima della fine degli anni ’80.

Hob. I:94 – composta nel 1792­ – D-HR IV 4 ½ 2° 850, data presumibile di copia in base all’autografo, post1792.

Parte strumentaleCartaTysonq.taPrimo riferimentoAltroCopista
Violino primoICB leone4 ½Link
Violino secondoICB leone4 ½Link
Violino secondoAMno51791 ca.?
ViolaAMno41791 ca.?
Violoncello e BassoAMno3 ½1791 ca.?
VioloneIABno2Link
Oboe PrimoAMno3 ½?
Oboe 2doAMno3?
FagottiAMno3 ½?
FlautiAMno3 ½?
Corno ImoAMno2 ½?
Corno 2doAMno2 ½?
Clarino ImoAMno2?
Clarino 2doAMno2?
TympanoAMno1 ½?
Violino primoBcV

AM

no

no

2

3

Salzburg 1785 (?) MH 410?
  1. Il testimone della collezione Oettingen-Wallerstein conferma una data di copia posteriore al 1792, quando la ditta Ban Veronese e Compagni (BCV) dichiarò la propria marca alla magistratura preposta.
  2. Il testimone della collezione Fürstenberg di Donaueschingen è secondo J.H.W. copiato da Johann Elßler e da un altro copista non identificato. La carta usata per la copia è quella delle ditte Carlo Samuelli e Compagni (CCS), e GS (non identificata, forse un errore di lettura).
  3. Il testimone presente presso l’antica collezione degli Esterházy (oggi a Budapest), è scritto da J. Elßler in carte non identificate.

Lo studio codicologico dei tre testimoni sembra evidenziare come Hob. I:94 possa essere stata composta dopo le altre 5 sinfonie, probabilmente nel 1791. Questa tesi potrebbe trovare conferma anche dal contratto stipulato nel 1795 da Salomon e Haydn che la elenca proprio come l’ultima del primo ciclo di sinfonie londinesi.

Benché Hob. I:95 non faccia parte della collezione del principe Kraft Ernst di Oettingen-Wallerstein i testimoni Fürstemberg e Esterházy forniscono importanti elementi.

  1. Il testimone della collezione Fürstenberg di Donaueschingen è, secondo J.H.W., copiato da Johann Elßler e da Peter Rampl in carta della ditta Carlo Samuelli e Compagni (CCS), e altra non identificata.
  2. Anche il testimone presente presso l’antica collezione degli Esterházy (oggi a Budapest), è scritto da Johan Elßler e da P. Rampl nella medesima (?) carta Carlo Samuelli e Compagni (CCS) e in quella di Pietro Samuelli (PS).

Entrambi i testimoni hanno provenienza viennese e sembrano legittimare una data di composizione della sinfonia Hob. I:95 prima della fine degli anni ’80.

Hob. I:96 – composta nel 1791­ – D-HR IV 4 ½ 2° 705, data presumibile di copia in base all’autografo, 1792.

(tabella descrittiva non inclusa)

  1. Il testimone della collezione Fürstenberg di Donaueschingen è secondo J.H.W. copiato da Johann Elßler, da Peter Rampl e da un altro copista non identificato. La carta usata per la copia è quella delle ditte Carlo Samuelli e Compagni (CCS), Giovanni e Fratelli Andreoli (o Andriolo – G/FA) e di altra non identificata. Chiaramente il testimone fu tratto nello stesso centro di copia dove fu copiato quello giunto al principe Kraft Ernst di Oettingen-Wallerstein e, benché la descrizione di J.H.W. sia solo letteraria, sembrerebbe anch’esso legittimare una data di composizione della sinfonia Hob. I:93 prima della fine degli anni ’80.
  2. Anche il testimone presente presso l’antica collezione degli Esterházy (oggi a Budapest) è scritto da P. Rampl, Johann Elßler e un altro copista sconosciuto, nelle carte Carlo Samuelli e Compagni (quale sia non è purtroppo chiaro), G/FA della ditta Giovanni e Fratelli Andreoli (o Andriolo), forse senza il genere REAL, e Heredi Andrea Fossati (HAF/ REAL).

Tutti i principali testimoni, scritti dagli stessi copisti pertanto a Vienna, sembrano legittimare una data di composizione della sinfonia Hob. I:96 prima della fine degli anni ’80.

Hob. I:97 – composta nel 1792­ – D-HR IV 4 ½ 4° 690, data presumibile di copia in base all’autografo, postmaggio 1792.

(tabella descrittiva non inclusa)

  1. Il testimone della collezione Fürstenberg di Donaueschingen è secondo J.H.W. copiato da Johann Elßler, e da un altro copista non identificato. La carta usata per la copia è quella delle ditte Carlo Samuelli e Compagni (CCS), e Heredi Andrea Fossati (HAF/ REAL).
  2. Il testimone presente presso l’antica collezione degli Esterházy (oggi a Budapest) è scritto da P. Rampl e Johann Elsßler; copiato in carta Carlo Samuelli e Compagni (CCS), ma anche in carta Ban, Veronese e Compagni (BCV), sembra necessariamente essere stato copiato dopo il 1792, comunque nel medesimo centro di copia viennese.

I testimoni delle collezioni Oettingen-Wallerstein e Fürstenberg, di provenienza viennese, sembrano legittimare una data di composizione della sinfonia Hob. I:97 prima della fine degli anni ’80.

Hob. I:98 – composta nel 1792­ – D-HR IV 4 ½ fol 671, data presumibile di copia da parte di P. Rampl in base all’autografo, post aprile 1792. 

(tabella descrittiva non inclusa)

  1. Il testimone della collezione Fürstenberg di Donaueschingen è secondo J.H.W. copiato da Johann Elßler (solo Flauto e timpani), e da un altro copista non identificato. La carta usata per la copia è quella delle ditte Carlo Samuelli e Compagni (CCS), Andrea Mafizzoli (AM senza REAL?) e FA REAL.

I testimoni della sinfonia Hob. I:98 delle collezioni Oettingen-Wallerstein e Fürstenberg (nessun testimone è presente presso l’antica collezione degli Esterházy), di provenienza viennese, sembrano legittimare una data di composizione della sinfonia Hob. I:98 prima della fine degli anni ’80. Come segnala Robbins Landon, ma non è riportato da J.H.W., il testimone della sinfonia Hob. I:98 della collezione Oettingen-Wallerstein non contempla il solo di cembalo del finale, probabilmente inserito a Londra ma non contenuto nella stesura originaria.

 

Conclusioni.

Le prime sei sinfonie londinesi sembrano proprio, nonostante gli autografi superstiti, precedere la tournée di Haydn a Londra. Composte (forse con l’esclusione di Hob. I:94), e copiate verso la fine degli anni ’80, furono eseguite nella prima stagione di concerti organizzata da Johann Peter Salomon, e Joseph Haydn, nell’occasione, scrisse dei nuovi autografi. Haydn inserì poi una parte di cembalo nel finale della sinfonia 98 che, ovviamente, essendo stata aggiunta a Londra, non è presente nel testimone della collezione Oettingen-Wallerstein. Il principe Max Ernst era tra i pochi possessori delle sinfonie (avute in anteprima?) e forse, durante il passaggio a Wallerstein, si presero accordi per poterle usare nella stagione di concerti imminente. Di certo la breve sosta non consentì ai due viaggiatori di copiare i manoscritti in possesso del principe e pare altrettanto certo che, prima della partenza, Haydn e Salomon non viaggiarono a Esterhaza o Eisenstad per prelevare le copie delle sinfonie colà custodite. La sosta di due giorni a Bonn potrebbe avere allora tutta altra valenza e, nel caso, renderebbe spiegabile il rifiutato invito a pranzo fatto dal principe Elettore. È infatti lecito ipotizzare che le copie delle sinfonie londinesi, come già Giorgio Taboga sospettava, siano state realizzate a Bonn. Quello che è incontrovertibile è che a Vienna, non a Esterhaza o Eisenstad, vi fosse un antigrafo delle sinfonie londinesi già alla fine degli anni ’80 e che dal medesimo furono tratte almeno le copie scritte dal copista viennese Rampl, inviate al principe Kraft Ernst, ai Fürstemberg e agli Esterházy. Contrariamente a ogni logica previsione, a Vienna si copiarono le prime sinfonie londinesi, prima che fossero “composte” a Londra e prima che vi fossero delle copie nella cappella degli Esterházy, ancora all’epoca dei fatti esistente (fine anni ‘80). A questo punto pensare che Haydn sia l’autore delle prime sinfonie Londinesi pare quantomeno molto difficile.

Quanto a Johann Peter Salomon, amico di Andrea Luchesi e presente a Colonia (forse a Bonn), dopo aver organizzato la tournée del 1791, dev’essere venuto a conoscenza dell’esistenza delle sinfonie prima di giungere a Vienna e prelevare Haydn. La tournée a Londra sarebbe stata allora frutto di una frettolosa ma saggia e garantita preparazione, non il colpo di genio di un impresario capace di cogliere il giusto momento.

Solo altre ricerche potranno chiarire se la tournée londinese fu preparata per scongiurare che Haydn seguisse Ferdinando IV a Napoli, come Giorgio Taboga sosteneva, verosimilmente non a torto.

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