1761-1763. Nel 1761, assieme a A. Barbieri, A. Costa e P. Tomi, L. fa parte della commissione incaricata di concedere la patente di sonador per strumenti a tastiera (ASV, Giustizia Vecchia, B. 210 F. 256); a vent’anni, L. sostituisce perciò Ferdinando Bertoni, il quarto perito presente nella commissione dell’anno precedente. È il primo indizio di una raggiunta eccellenza come esecutore e didatta che deve rimontare almeno ai primi anni veneziani; nel contempo, la maestria alla tastiera sembra concretamente rappresentare la via attraverso cui L. giunse a collaborare con i maestri più rinomati quali N. Piccinni, N. Jommelli, J. C. Bach e F. L. Gassmann. L’incarico di commissario esaminatore rende plausibile l’esistenza di una collaborazione, più probabilmente un’amicizia, anche con Ferdinando Bertoni, maestro e organista, allievo dello stesso G. Saratelli, che culminerà verosimilmente nella condivisione del medesimo alloggio. L. infatti comunica il proprio indirizzo al conte Giordano Riccati, il 9 gennaio 1764: Corte dei Pignoli a San Giuliano (Biblioteca comunale Joppi di Udine, Commercio Lettere del conte G. Riccati, Ms 1025, Vol. XXII).

«Ill.mo sig. Conte Sig.or Sig.or Ecc.mo Col.mo, Prima d’ora non essendomi capitato alcun incontro opportuno ora con l’occasione dell’Ill.mo Co.te Rizzeti le spedisco i bassi del Padre Maestro Vallotti de’ quali rendo a V. S. Ill.ma infinite Grazie; unitamente a questi ritroverà i bassi del Saratelli quali prego ricevere in attestato della profonda stima e riverenza che ho seco Lei contratta; poi vi è una fuga a quattro che io feci, la quale avrei piacere che fosse corretta da Lei e mi dicesse il suo sentimento. Mi presi l’ardire di scriverLe confidato nella sua innata bontà; se poi in qualche incontro potessi essere onorato de’ suoi comandi questo sarebbe il momento di manifestarmi quale con ogni profondo rispetto mi segno di V. S. Ill.ma Umiliss.mo Devo.mo Obbliga.mo Servitore Andrea Luchese Il 9 Genaro 1763/4 S. Giuliano in Corte dei Pignoli».

Corte dei Pignoli a San Giuliano è il medesimo indirizzo annotato da L. Mozart per F. Bertoni, in occasione dell’incontro avuto con lo stesso in casa Cavaletti, presente il conte Giacomo Durazzo, altri musicisti veneziani e il «maestro di Cemballo» Andrea Luchesi (Reisennotizen, 11 Febbraio-12 Marzo 1771). È probabilmente in questo periodo che diviene organista della chiesa dei canonici di San Salvador (no è chiaro se Gradenigo si riferisse alla chiesa di san Salvador degli agostiniani o all’omonima chiesa presso l’Ospedale degli Incurabili, dove faceva le veci di organista e manutentore Antonio Placa), come lo indicherà Pietro Gradenigo nel 1764 (Notatorio XII – 10 agosto). Il compenso annuo per suonare quasi ogni giorno è di £ 547, pari a circa 90 ducati (450 ca. fiorini viennesi – Bilancio delle spese del monastero dei canonici di San Salvatore presentato ai Provveditori dei monasteri nel luglio 1766). Le agiate condizioni, la protezione del N. H. Morosini, membro del collegio dei XL Savi (1763), e la discendenza dai nobili lucchesi che all’inizio del XIV secolo si sono trasferiti a Venezia, consentono a Luchesi la frequentazione dell’ambiente nobiliare veneziano, dove opera più come dilettante che come professionista. Certi sono al momento i rapporti con il Morosini, il conte G. Gozzi, il conte G. Riccati, il conte Rizzetti. Si dedica all’insegnamento, alla composizione, all’attività di concertista e alla direzione teatrale dal cembalo.

La  possibile collaborazione con  J. C. Bach per la fornitura di sinfonie e ouverture, potrebbe trovare conferma negli altri testimoni  presenti presso la Biblioteca Estense Universitaria di Modena, ovvero:

  • WarB G2/ TerB 277-278, sinfonia Catone in Utica, in Re magg., presentata a Napoli in novembre 1761 (I-MOeu Mus. D.20, scritto in carta Antonio Seguito di Toscolano, nella cartiera diretta da Pietro Maffizoli – AS-M – databile 1764-69);
  • WarB C Inc 3/ TerB 282/21, sinfonia in Mib magg. di Incerto (I-MOeu Mus. F.50, scritto in carta Fratelli Vezzoli di Toscolano, nella cartiera diretta dai Fratelli Pilati – FV-P – databile 1761-64), presente anche presso 
    1. Accademia nazionale virgiliana di scienze, lettere e arti di Mantova (I-MAavcart.17/2 n. 11);
    2. monastero di Einsiedeln [CH-E 679,13 (Ms.4539)];
    3. Musica e Teatro di corte di Stoccolma (S-SKma O-R);
  • WarB G 26/ TerB 273/5, sinfonia La Cascina, pubblicata da John Walsh nel novembre del 1763, proveniente dal Pasticcio comico diretto l’8 gennaio 1763, su testo di C. Goldoni, di cui sembra essere sopravvissuta solo l‘ouverture (I-MOeu Mus. D.19, databile 1767-69 ca.);
  • WarB C 1a/ TerB 262/1, sinfonia op 3, no. 1 (C1), presentata a The Wednesday Subscription Concert nell’eleganti vicinanze di Carlisle House (Soho), nel 1764, annunciata su The Public Advertiser il 3 aprile 1765 dallo stesso Bach (I-MOeu Mus. F.43, scritto in carta Fratelli Vezzoli di Toscolano, nella cartiera diretta dai Fratelli Pilati – FV-P – databile 1761-64);
  • WarB C 2a/ TerB 263/4, sinfonia op 3, no. 2 (C2), presentata a The Wednesday Subscription Concert nell’eleganti vicinanze di Carlisle House (Soho), nel 1764, annunciata su The Public Advertiser il 3 aprile 1765 dallo stesso Bach (I-MOeu Mus. F.45, scritto in carta Fratelli Vezzoli di Toscolano, nella cartiera diretta dai Fratelli Pilati – FV-P – databile 1761-64);
  • WarB C 4a/ TerB 263/4, sinfonia op 3, no. 4 (C4), presentata a The Wednesday Subscription Concert nell’eleganti vicinanze di Carlisle House (Soho), nel 1764, annunciata su The Public Advertiser il 3 aprile 1765 dallo stesso Bach (I-MOeu Mus. F.44, scritto in carta Fratelli Vezzoli di Toscolano, nella cartiera diretta dai Fratelli Pilati – FV-P – databile 1761-64);
  • WarB C 6a/ TerB 263/6, sinfonia op 3, no. 6 (C6), presentata a The Wednesday Subscription Concert nell’eleganti vicinanze di Carlisle House (Soho), nel 1764, annunciata su The Public Advertiser il 3 aprile 1765 dallo stesso Bach (I-MOeu Mus. F.48  databile 1770-71 ca.);

La collezione della Biblioteca Estense di Modena pare indicare come almeno tre sinfonie dell’op. 3, presentate a Londra nel 1764, siano state copiate a Venezia verosimilmente prima del settembre 1764.

La cessione di lavori a J. C. Bach sembra riguardare anche i concerti per Clavicembalo e orchestra d’archi op. 1. Nel concerto n.6 in re magg. WC 54, se l’incipit ricalca quello del concerto in fa magg. per strumento a tastiera e orchestra d’archi di Luchesi, l’Andante pare una versione ridotta di quello del concerto in fa magg. per strumento a tastiera, strumenti obbligati e orchestra d’archi. L’accompagnamento pizzicato degli archi e il tema del clavicembalo sembrano non lasciare dubbi. 

A questo periodo sembrano rimontare i primi contatti con Carlo D’Ordonez cui sembra verosimilmente essere stata ceduta la sinfonia di L.:

  • BroO I:B6, sinfonia in Sib magg., (I-MOeu Mus. D.294, due testimoni di cui uno databile 1761-64 ca.);

Sembrano poi poter essere riferibili a L. anche i testimoni de:

  1. Le 7 citate composizioni intestate a J. C. Bach scritte dal medesimo amanuense nei primi anni ’60;
  2. La sinfonia BroO I:Bb6 intestata a C. von Ordoenz.
  • Il quartetto Hob. III:1 intestato a J. Haydn (I–MOeu Mus. F.557 – databile 1761-64); 
  • La sinfonia KimH Eb3 intestata a L. Hoffmann, (I–MOeu Mus. D.196 – databile ante 1765), copiata inizialmente a nome di J. K. Vanhal ma successivamente attribuita a L. Hofmann e pure a J. Haydn (Hob. I:Eb19).

Sono poi da ascrivere a questo periodo anche la composizione dei seguenti lavori rimasti intestati a L.:

  • 12 sonate della raccolta di Dn. Bortolamio Donelli (copiate a partire dal 1764 – Napoli, conservatorio San Pietro alla Majella M.S. 70), tra cui quella in Re magg. attribuita al Sig. Bernardo Maggi nella stessa raccolta;
  • 8 Divertimenti per fini didattici parte della raccolta Miscellaneous Harpsichord Lesson (Washington, Biblioteca del Congresso);
  • 6 Sonatine per fini didattici parte della raccolta Miscellaneous Harpsichord Lesson (Washington, Biblioteca del Congresso), revisioni datate 1769, di cui 3 (in Si bemolle maggiore, Re maggiore e La maggiore) presenti nella raccolta di Dn. B. Donelli;
  • 1 sonata in fa maggiore per organo (Treviso, Biblioteca comunale, Ms. 5003).

Dette sonate e divertimenti costituiscono le poche testimonianze sopravvissute dell’attività compositiva di uno dei celebri organisti italiani/ veneziani degli anni Sessanta. In particolare le Sonatine sembrano in grado di rivelare come L. solesse far nascere famiglie di lavori attorno a delle idee e delle strutture musicali, aspetto che renderebbe ancora più difficile da spiegare la quasi totale dispersione della sua musica.

Immagina: Rosalba Carriera.

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